Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Sezione "Sergio Fallani" Scandicci
Guerra alla Guerra
E' stata aperta dal 19 gennaio al 3 marzo la Mostra Guerra alla Guerra con un videomessaggio che Moni Ovadia, attore e scrittore di origine ebraica ci ha inviato; parole quanto mai attuali e importanti vista la tragica situazione che proprio in questi mesi sta avendo luogo a Gaza e a pezzi anche in altre parti del mondo come ricordato anche da Papa Francesco. Vi invitiamo a leggere anche un breve parte della prefazione che lo stesso Moni Ovadia ha scritto al libro GUERRA alla GUERRA di Ernst Friedrich edito da WOM Edizioni."Se per giudicare l'uomo sapiens dovessimo servirci del parametro della guerra, finiremmo per concludere che è l'essere vivente più stupido, insensato, feroce, criminale e sadico del creato. Ma anche se ci volgessimo a considerare colui che già molti definiscono "homo deus", intendendo l'uomo che attraverso la tecnologia e la scienza è in grado di modificare significativamente la propria struttura ontologica e genetica, il giudizio non cambierebbe.Guardate le foto del presente libro Guerra alla guerra! di Ernst Friedrich, ebreo tedesco anarchico (1894-1967), antimilitarista radicale. Incitava le donne a non lasciare partire per la guerra i loro uomini, a trattenerli fisicamente. Chiedeva di divellere i binari su cui viaggiavano i treni per la guerra perché sapeva lucidamente quale orribile strage sarebbe stata e l'ha documentata. Dopo aver guardato le fotografie, suggerite a chi conoscete di fare altrettanto, e suggerite loro di farle guardare a tutti coloro che conoscono. Chiunque deve prendere coscienza di cosa sia la guerra, di cosa essa provochi sulla carne e nell'anima delle persone.
Perchè questo sito?
Quando si dice che i giovani sono concentrati solo sul presente e che mancano della dimensione del futuro, si fa un'affermazione parziale. Ai giovani manca anche la dimensione del passato. Quest'ultima mancanza moltiplica le difficoltà di percezione della realtà futura, già di per sé critica. Una delle peggiori insidie per la società, per la nostra vita pubblica, è lo scarto tra la realtà contemporanea e le sue sfide, nella società nazionale ed internazionale, e l'orizzonte culturale in cui si svolge il processo formativo dei cittadini. Questo scarto costituisce la base di almeno due conseguenze devianti tra loro contrapposte: il piatto adattamento alle dinamiche della realtà quotidiana che determina il qualunquismo, la sub-cultura, l'edonismo; lo slittamento nell'estremismo agitato, spesso violento.
Un giovane che a 16 o a 19 anni esce dalla
scuola, deve essere in grado di esercitare correttamente i propri
diritti e doveri di cittadino, nel quadro di una realtà che è più
complessa perché a più dimensioni: locale, nazionale, mondiale. A questo
fine il giovane ha bisogno di possedere i fondamenti culturali
necessari per interagire in modo positivo nel quadro socio-politico nel
quale è inserito.
Di questo quadro è parte, non secondaria, anche la
cultura della televisione commerciale che ha indotto ed induce i propri
utenti a rapportarsi alla realtà in termini semplificatori. Questa
cultura, inoltre, ha contribuito all'affermarsi dei due "valori" base
del nostro tempo: l'individualismo ed il consumismo. "Valori" che hanno
contribuito a sviluppare una progressiva perdita del senso della
responsabilità e quindi la perdita del senso dell'etica pubblica e del
bene collettivo.
A fronte di questo stato di cose l'ANPI, testimone del patrimonio ideale che è a base della Costituzione, ha deciso di dare il proprio contributo. Rendere disponibile con il suo sito - ai ragazzi delle scuole, ai giovani ed a tutti i cittadini di Scandicci - la conoscenza del processo storico che, dalla nascita del Fascismo nel 1919, ha portato alla seconda guerra mondiale, all'antifascismo, alla Resistenza, alla promulgazione della Costituzione del 1948.
Il
fascismo, la guerra, la Resistenza sono trattati a livello nazionale,
della Toscana, di Firenze, di Scandicci. Per la Costituzione viene
illustrato il percorso che ha portato al referendum del 1946, la sua
promulgazione ed i macroritardi che hanno penalizzato tre dei suoi
Istituti.
Il lungo, duro e tragico periodo che la comunità nazionale
ha dovuto affrontare per giungere alla Repubblica costituzionale; la
quasi unanimità con la quale l'Assemblea degli eletti del 1946 ha
approvato la Costituzione; l'insieme dei valori e delle norme di
cittadinanza e quindi del rapporto con le istituzioni - in riferimento
ai problemi contemporanei dell'uomo - che la Costituzione esprime, nella
sua prima parte in particolare, costituiscono il bagaglio essenziale
per la formazione dei cittadini. Consente loro, infatti, d'inserirsi nel
presente e di rapportarsi al futuro con maggiore consapevolezza e
lucidità.